domenica 21 aprile 2013

Alla metà degli anni cinquanta negli negli Stati Uniti gran parte dell'economia si basa sul settore terziario; questo modificherà l'intera società, ogni forma d'arte si insinuerà sempre più nella vita di tutti i giorni sotto diverse forme e non sarà riservata ad una ristretta cerchia ma alla società di massa, portando così all'utilizzo di un nuovo termine: "pop", popolare.
Si presterà attenzione agli oggetti di uso quotidiano avviandosi verso un forte cambiamento del gusto.
In Gran Bretagna un gruppo di giovani pubblica la rivista, che rappresenta la nuova generazione , Archigram che fonde insieme il fumetto, la pubblicità, cinema e televisione.
Tra le nuove proposte architettoniche vi sono moduli abitativi capaci di assemblarsi tra loro, oppure nuove forme che richiamano quelle delle navicelle spaziali.
Per la prima volta la componente ludica viene consapevolmente riprodotta nell'architettura.
In Giappone nasce un nuovo gruppo: i Metabolisti. Molto vicini agli archigram ma concentrati sulla mutazione delle città con accento biologico.
Avviene un forte cambiamento nel modo di pensare l'architettura, se prima vi era un attrazione centripeda verso la sintesi, ora si passa ad un Big Bang dell'architettura dove una forza centrifuga scompone il corpo, che prima era unitario, i tanti elementi eterogenei tentando così di valorizzare la singolarità. Si punta non più sulla centralità ma sull'eccentricità.
E' in questo contesto che si colloca l'israeliano Moshe Safdie con la sua organizzazione cellulare di Habitat 67 a Montrèal in Canada. Il proggetto nasce dalla tesi di laurea dell'architetto e ha lo scopo di riprodurre una piccola città indipendente con i suoi servizi e le sue1200 unità abitative. La proposta fu presentata al Governo canadese per essere approvata come mostra principale all’ Expo 1967. Il Governo decise di costruire solo una piccola parte del progetto: 158 unità abitative all’interno di un settore da 12 piani. Cosi fu riprogettato e denominato Habitat 67.